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Resto al Sud 2.0

Con il Decreto coesione del 01/05/2024 è stata introdotta la misura “Resto al SUD 2.0” per promuovere la creazione di nuove attività nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, oltre che nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016.

Resto al SUD 2.0 si basa sulla storica misura “Resto al SUD“, ma ora presenta alcune novità.

La nuova versione del programma di Invitalia non sostituisce la precedente, che rimane ancora valida.

Potenziali beneficiari

Possono beneficiare dei finanziamenti le iniziative economiche che avviano attività di lavoro autonomo, imprenditoriale e libero-professionale, sia individualmente che collettivamente, incluse quelle che richiedono l’iscrizione ad ordini professionali.

Le attività possono essere avviate individualmente con partita IVA per imprese individuali o professioni libere, oppure collettivamente tramite società di persone, a responsabilità limitata, cooperative o tra professionisti.

I destinatari della misura sono giovani sotto i 35 anni che rientrano in una delle seguenti categorie:

  1. a) Situazioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione definite dal Piano nazionale Giovani, donne e lavoro 2021-2027.

  2. b) Inoccupati, inattivi e disoccupati.

  3. c) Disoccupati che partecipano al programma di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL).

Con la nuova misura Resto al SUD 2.0 verranno finanziati:

  1. Servizi di formazione e supporto alla progettazione per avviare le attività, organizzati territorialmente e in collaborazione con le regioni, in linea con il Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027 e il programma GOL.

  2. Tutoraggio per incrementare le competenze dei destinatari e supportarli nella realizzazione delle nuove iniziative.

  3. Incentivi per l’avvio delle attività.

Incentivi per Resto al Sud 2.0

Questa misura offre voucher per l’acquisto di beni e servizi oppure contributi a fondo perduto:

  1. Un voucher di avvio fino a 40.000 euro (o 50.000 euro per beni e servizi innovativi) per l’acquisto di beni, strumenti e servizi necessari per avviare le attività, per le imprese situate nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree colpite dai sismi del 2009 e 2016.

  2. Un contributo a fondo perduto fino al 75% per programmi di spesa fino a 120.000 euro per le stesse aree.

  3. Un contributo a fondo perduto fino al 70% per programmi di spesa tra 120.000 e 200.000 euro, sempre per le stesse aree.

Se le iniziative sono destinate ai disoccupati iscritti al programma GOL e beneficiari di Naspi, questi possono cumulare i benefici con la Naspi solo se richiesta in unica soluzione per utilizzarla come capitale d’avvio. Le iniziative dirette ai beneficiari del supporto per la formazione e il lavoro sono compatibili con l’indennità percepita.

Per tutte le iniziative differenti da quanto descritto si potranno sempre usufruire degli incentivi previsti dal vecchio bando “Resto al Sud” (art. 1 del decreto-legge del 20 giugno 2017, n. 91) entro i limiti delle risorse disponibili (vedi Invitalia).

La dotazione finanziaria è fissata a 49,5 milioni di euro per il 2024 e 445,5 milioni di euro per il 2025.

Entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto, un ulteriore decreto definirà più nel dettaglio i termini, i criteri e le modalità di finanziamento per le iniziative.

Resto al SUD 2.0 dovrebbe essere operativo entro fine 2024.

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